Fly-Out Aurora Boreale 2016

 

Hunting the Aurora

 

Ci avevamo già provato nel dicembre del 2014 (Fly-Out Lapponia) ma la pessima meteo ce lo aveva impedito. Questa volta ce l’abbiamo fatta!

Di cosa stiamo parlando? Di assistere allo spettacolo dell’aurora boreale.

 

Da Wikipedia apprendiamo che l’aurora polare, spesso denominata aurora boreale o australe a seconda dell'emisfero in cui si verifica, è un fenomeno ottico dell'atmosfera terrestre, caratterizzato principalmente da bande luminose di un'ampia gamma di forme e colori rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio, tipicamente di colore rosso-verde-azzurro detti archi aurorali.

Il fenomeno è causato dall'interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la ionosfera terrestre (atmosfera tra i 100 – 500 km): tali particelle eccitano gli atomi dell'atmosfera che diseccitandosi in seguito emettono luce di varie lunghezze d'onda.

A causa della geometria del campo magnetico terrestre, le aurore sono visibili in due ristrette fasce attorno ai poli magnetici della Terra, dette ovali aurorali. Le aurore visibili ad occhio nudo sono prodotte dagli elettroni, mentre quelle di protoni possono essere osservate solo con l'ausilio di particolari strumenti, sia da terra sia dallo spazio.

Spesso l'aurora polare è visibile anche in zone meno vicine ai poli, come la Scozia, o molte zone della penisola scandinava. Le aurore sono più intense e frequenti durante periodi di intensa attività solare, periodi in cui il campo magnetico interplanetario può presentare notevoli variazioni in intensità e direzione, aumentando la possibilità di un accoppiamento (riconnessione magnetica) con il campo magnetico terrestre.

Ma torniamo a noi: perché nel 2014 la pessima meteo ci aveva impedito di assistere allo spettacolo? Perché se il cielo è oscurato dalle nubi, non si potrà vedere l’aurora. E perché ci siamo ritornati in inverno? Perché è di inverno che le probabilità di vederla aumentano. E non potevamo andare da un’altra parte per ammirarla? L’importante è andare verso nord. Più a settentrione si va e maggiore è la probabilità di vederla. Quindi per noi Europei i luoghi più adatti sono rappresentati dalla penisola scandinava.

Eccoci dunque a riorganizzare il volo verso il freddo nord. In realtà anche se ci troviamo ancora in inverno, la differenza tra il mese di dicembre del 2014 e il marzo di quest’anno è fondamentale. Non solo perché le probabilità di una meteo più clemente aumentano decisamente ma soprattutto perché le giornate si allungano e quindi le condizioni di volo si facilitano. Si pensi che dalle 4 ore di luce di dicembre ad Ivalo passiamo alle 12 ore di marzo a Rovaniemi.

 

18 marzo 2016

Lugano-Rostock/Laage-Borlange (LSZA-EDNL-ESSD)

Partiamo di venerdì da Lugano accompagnati da un clima mite sud alpino di fine marzo. Come d’abitudine dividiamo la giornata in due tappe. Scalo tecnico a Rostock-Laage e quindi seconda tappa con arrivo in Svezia per il pernottamento.

Ci siamo oramai abituati alla copertura a 1500’ e al vento che soffia implacabile nel nord della Germania e non ci facciamo più caso. Piacevole sorpresa invece il cielo prevalentemente sgombro di nubi su gran parte della Danimarca e della Svezia che ci permette di ammirare il paesaggio. Allunghiamo la tappa pomeridiana oltre Stoccolma per arrivare fino a Borlange, dove a pochi chilometri di distanza si trova la località turistica e sportiva di Falun, nota a tutti gli appassionati di sci nordico per le piste di fondo e i trampolini.

 

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Ci lasciamo alle spalle il Ceresio in una splendida mattina di fine inverno

 

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Splendida la meteo anche sull’Altopiano

 

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Poi a metà della Germania le nubi si chiudono sotto di noi

 

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Il resto del volo è uno splendido on top

 

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Freddo e vento a Rostock. Come sempre.

 

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Pochi minuti dopo il decollo veniamo già indirizzati alla meta: una leg di quasi 400nm

 

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Sorvoliamo il braccio di mare che separa la Svezia dalla Danimarca. A est Malmö in Svezia …

 

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raggiungibile con un ponte ….

 

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e una galleria sottomarina …..

 

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da Copenhagen a ovest. Al centro l’aeroporto di Castrup

 

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Più a nord il paesaggio muta. Si vede la prima neve

 

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Si fa lentamente sera a nord di Stoccolma

 

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Sorvoliamo una miriade di piccoli laghi ghiacciati

 

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A fine primavera le piste di fondo su questi laghi sono ormai inagibili

 

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Borlänge: piccolo aeroporto internazionale in un contesto bucolico

 

Una volta atterrati siamo confrontati con la proverbiale efficienza degli Scandinavi e Borlänge non fa eccezione. In pochi attimi abbiamo rifornito. Chiacchierando, il benzinaio ci chiede i nostri programmi e ci informa che l’aeroporto come sempre resterà chiuso il fine settimana …… Caspita: due giorni a Falun e niente aurora? E senza gli sci da fondo? Allora ci spostiamo subito in un altro aeroporto. Sono solo le cinque di sera.

Per fortuna c’è una soluzione molto più semplice. Rullare fino al piazzale dell’aeroclub da dove si va e si viene anche quando l’aerostazione è chiusa.

 

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Parcheggiamo davanti all’Aeroclub

 

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Dietro l’aereo ad un paio di chilometri di distanza si scorge una zona sciistica

 

La torre si offre spontaneamente di chiamarci un taxi che troviamo già ad aspettarci all’uscita del cancello non chiuso dell’aeroclub. Forse un favore presidenziale ….

Dopo cena facciamo una bella camminata fino agli impianti sportivi dove gli addetti ai lavori preparano le piste per il giorno dopo. L’atmosfera comunque è quella di fine stagione. Siamo a livello del mare e anche a queste latitudini la primavera si avvicina prepotentemente.

 

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Cena sostanziosa dopo la lunga giornata

 

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19 marzo 2019

Borlange-Rovaniemi (ESSD-EFRO)

Il giorno seguente ci rechiamo in aeroporto indirizzando il tassista al cancello della sera precedente. Compito non facilissimo perché ci troviamo in piena campagna e molto distanti dall’aerostazione. Ma il tassista con un precedente di aeromodellista conosce le baracche dell’aeroclub che oltre ai modellisti ospitano anche i paracadutisti.

L’accesso all’aereo è libero e senza controlli. Tasse di atterraggio non ce ne sono. L’aeroporto è chiuso e così anche il controllo di volo. Si chiama semplicemente per radio la frequenza del radar del giorno precedente ed il controllore si preoccupa di aprirci il piano di volo e darci le istruzioni per il joining. Così semplice può essere il volo...

Dopo aver scattato alcune foto di Falun dall’alto ci fiondiamo in direzione di Rovaniemi per l’unica tappa della giornata. Fiondarsi è un po’ esagerato: con oltre 50 nodi di vento sul naso diciamo che guadagniamo terreno in direzione della Finlandia. Anche oggi siamo fortunati. Il tempo è bello e il cielo terso. Ammiriamo lo spettacolo del Baltico in disgelo alla fine dell’inverno. La temperatura esterna è ancora rigida e leggiamo -33° C a livello di volo 160. Solo 7° in più dei -40° che avevamo sperimentato nel volo del 2014. Temperature fredde equivalgono a grandi prestazioni. E così il nostro Silver Eagle ci regala una volta di più grandi emozioni.

 

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Al decollo sorvoliamo gli impianti sciistici di Falun

 

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Vedendo i dislivelli non è difficile capire perché i Finlandesi non sono forti discesisti

 

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Ci spostiamo altri 1000 km verso nord ed il paesaggio cambia ancora.

 

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E anche la temperatura: -33° celsius

 

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Il riscaldamento del Silver Eagle fa quello che può in queste temperature

 

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Sorvoliamo il Mar Baltico che inizia a disgelarsi dopo l’inverno

 

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Volo tranquillo e pilota rilassato

 

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Scorgiamo una nave rompighiaccio

 

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Ci lasciamo il Baltico alle spalle e dopo pochi minuti raggiungiamo Rovaniemi ed i suoi trampolini

 

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Finale per pista 03. Soffiano 15 nodi da sinistra.

 

Con questa tappa ci siamo spostati altri 1000 chilometri più a Nord e la differenza si fa notare non appena atterrati. Le taxiways e l’apron sono ricoperti di ghiaccio. Sferza un vento gelido e l’attesa per il rifornimento sembra eterna. Ci rifugiamo di nuovo in cabina e usiamo il tempo per scegliere e riservare l’albergo con Tripadvisor. Le comodità della moderna tecnologia.

 

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Atmosfera gelida e apron completamente ghiacciato

 

Lasciata l’aerostazione, il taxi ci porta in pochi minuti in centro dove ci accomodiamo subito in un modernissimo albergo in stile art déco. Usciamo per cena e notiamo che anche qui la stagione sta terminando. Le strade sono però ancora ghiacciate e le auto montano tutte le gomme chiodate. Si muovono anche numerose motoslitte. Al ristorante, durante la cena, non si guardano le partite della Champions League bensì quelle del campionato di hockey. Tutto ruoto intorno alla neve e al ghiaccio. Particolare interessante: il circolo polare artico attraversa esattamente l’aeroporto di Rovaniemi, conosciuto anche per essere l’hub ufficiale di Babbo Natale, il quale da qui parte per consegnare i regali in tutto il mondo.  Rovaniemi è anche il capoluogo della Lapponia finlandese.

 

Si è fatto buio ed è ora di organizzarsi per la caccia all’aurora. Rientriamo in albergo per indossare vestiti più pesanti e preparare l’attrezzatura fotografica. Attraversiamo il fiume Kemijokj che bagna Rovaniemi e ci incamminiamo verso le zone sciistiche con gli immancabili trampolini. Qui, distanti dalle luci della città, attendiamo l’aurora. Sono le dieci di sera. Il cielo è terso. Il vento si è calmato e i -8° si sopportano abbastanza bene, almeno per ora. Il sito ufficiale dell’aurora (http://www.aurora-service.eu/aurora-forecast/) ci indica un’intensità per questa sera di 3 Kp, un’intensità che lascia ben sperare. Ma per il momento niente. Ci avviciniamo al grande trampolino, al punto di atterraggio segnato con 140 metri. Un bel balzo. Ci immaginiamo il nostro Simon Ammann che qui ha gareggiato 3 mesi fa. Ma non è questo che ci interessa e ci preoccupa ora. Passano i minuti, una mezzora. Il cielo è stellato verso nord, alle nostre spalle la luna quasi piena impedisce la totale oscurità che adesso preferiremmo. Comincia a fare freddo e tardi. Propongo, quasi scherzosamente, di fare un selfie mostrando quello che non abbiamo potuto vedere … Saranno i miracoli della tecnologia ma sulla foto alle nostre spalle prende forma, inequivocabilmente, una timida aurora. Scrutiamo allora meglio ad occhio nudo la volta celeste ed ecco che vediamo iniziare lo spettacolo. Sono giochi di luce, bagliori verde smeraldo, che danzano in cielo e compaiono e scompaiono velocemente. Scattiamo numerose foto prima di rientrare in albergo con le mani quasi congelate.

Hunting the Aurora: Mission accomplished!

 

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I trampolini di Rovaniemi

 

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Scrutiamo il cielo in attesa dell’aurora. Ancora niente.

 

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Improvvisamente sullo schermo della fotocamera sembra comparire un bagliore verdastro

 

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Dopo pochi minuti è ben visibile anche a occhio nudo

 

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Le forme continuano a cambiare

 

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L’intensità pure

 

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Tutta la volta celeste verso nord si colora di verde

 

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A volte si formano più archi in cielo

 

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Ancora un selfie e poi rientriamo in albergo, infreddoliti ma soddisfatti.

 

20 marzo 2016

Rovaniemi-Kjeller/Oslo (EFRO-ENKJ)

È ora di pensare al ritorno. Possiamo decidere dove trascorrere l’ultima notte. Scegliamo Oslo che non abbiamo mai visitato. Vogliamo però evitare il grande aeroporto di Gardemoen e organizziamo l’atterraggio sul più familiare Kjeller, vicino al centro e meno formale. Il volo si svolge senza problemi. Con il vento a favore raggiungiamo la meta in meno di tre ore. Il radar si segue e ci guida sino a poche miglia dal campo. Sarà un avvicinamento diretto per pista 30.

 

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Verso l’aeroporto a -8°

 

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Siamo un po’ in apprensione per l’avviamento della RR250B17F2 a queste temperature
ma filerà tutto liscio

 

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La cittadina di Rovaniemi, il fiume Kemijokj e le infrastrutture sportive

 

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Si rientra attraversando nuovamente il Baltico

 

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In discesa su Oslo

 

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Tratto in VFR di pochi minuti verso Kjeller

 

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Finale pista 30

 

A terra chiudiamo il piano di volo sulla frequenza del radar che ci aveva appena lasciato. Non c’è torre a Kjeller. Proviamo a rifornire con la nostra carta BP ma la pompa si blocca dopo 80 litri e la carta viene rifiutata. Con la riserva di oggi ed il vento a favore previsto, saranno sufficienti per la prima tappa del giorno seguente.

 

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Atmosfera famigliare in questo aeroporto con molti appassionati

 

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La pompa che va e non va

 

Oslo è una grande città multietnica. La popolazione ricorda quella di Zurigo. L’ordine anche. La pulizia meno. Rispetto al nord del paese qui le abitudine scandinave si sentono meno. Passeggiamo per la città e scattiamo qualche fotografia. Il giorno seguente sarà quello del ritorno.

 

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Il palazzo reale

 

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Questo stile architettonico viene definito “svizzero” da queste parti

 

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Uno strano guardiano del porto

 

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Il monumentale complesso dell’operà di recente edificazione

 

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Si può salire sul tetto della grandiosa opera

 

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Lo skylight di Oslo

 

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Sensazioni al tramonto

 

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A spasso per il centro

 

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Finalmente in albergo

 

21 marzo 2016

Kjeller-Braunschweig-Lugano (ENKJ-EDVE-LSZA)

Con il kerosene a disposizione ed il vento a favore scegliamo quale scalo tecnico Braunschweig, sede dello LBA tedesco, equivalente del nostro BAZL. Incontriamo il solito vento freddo con cielo coperto e questa volta anche con qualche goccia di acqua. Ma oramai siamo sulla via di casa che raggiungiamo dopo aver totalizzato 17 ore di volo.

 

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Sorvoliamo Oslo

 

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Finale a Braunschweig

 

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Spettacolo sulle Alpi

 

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Il disgelo

 

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Dolo il freddo del nord a sud delle Alpi incontriamo i primi cumuli torreggianti

 

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A casa

 

 

 

 

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