Fly-Out Azzorre 2009

 

Le Azzorre vengono regolarmente citate nei media e tutti hanno già sentito parlare dell’anticiclone che ne prende il nome. Pochi però sanno dove siano situate esattamente. L’arcipelago delle Azzorre (nove isole in tutto) si trova 1500 km al largo del Portogallo, in pieno oceano Atlantico e dista 1900 km da St. John di Terranova, la costa più vicina dell’America.
Al secondo tentativo le abbiamo raggiunte. Già nel 2005 infatti con il glorioso HB-CIC ci eravamo messi in viaggio con l’intenzione di raggiungerle. Poi una prima tappa atlantica da Faro in Portogallo verso l’Isola di Madeira caratterizzata da forti venti contrari fino a 45 nodi e conclusasi con un avvicinamento di non precisione a Funcal alle minime e quindi delle previsioni metereologiche sfavorevoli sull’arcipelago per i giorni successivi ci avevano dissuaso dal raggiungere le Azzorre e ci suggerivano invece di dirigerci verso le più miti isole Canarie.

 

 

 

Sabato 25 luglio
Locarno-Sabadell-Portimao


Poiché Faro, capitale dell’Algarve, era già stata visitata nel 2005 scegliamo come sosta per la prima notte un aeroporto minore. Si tratta di Ampuriabrava, piccolo ma vivace aerodromo a vista con pista di 700m ad un paio di chilometri dalla cittadina, cuore turistico dell’Algarve. Le correnti tese che spirano da ovest e che caratterizzeranno tutto il flyout ci impongono uno scalo tecnico a metà strada prima di raggiungere il sud del Portogallo. Ci fermiamo allora per il pranzo e per il rifornimento a Sabadell presso Barcellona. Il bel tempo ci accompagna durante tutta la giornata.




I forti venti e la grande visibilità caratterizzeranno tutto il Fly-Out 2009. La manica a vento di Locarno al mattino della partenza e i laghi di Varese durante la salita.

 


Il circuito del Montmelò che ospita il GP di Catalunia



In base per la pista 13 a Sabadell: dov`è la pista?




Dopo pranzo lasciamo Barcellona



Il delta dell’Ebro sotto Tarragona



Una centrale solare a specchi tra Cordoba e Siviglia



Faro e il parco naturale di Ria Formosa



Sopra il Rio Arada in avvicinamento a Portimao



Veduta della Praia da Rocha di Portimao




Il primo di una lunga serie di rifornimenti



I tipici faraglioni dell’Algarve



Gli spettacolari colori del tramonto

 

Domenica 26 luglio
Portimao-Porto Santo-Ponta Delgada (isola di Sao Miguel)


Ci presentiamo di buon’ora in aeroporto con il piano di volo per Porto Santo già accettato il giorno precedente. Nessuna formalità doganale visto che tutte le isole che visiteremo durante la settimana appartengono al Portogallo. Poiché il vento continua a spirare con una intensità di 50 nodi sopra i 10'000 piedi di quota in senso contrario al volo, riteniamo rischiosa una tappa unica e diretta per Santa Maria, la più vicina delle Azzorre, ma che dista pur sempre 800 miglia nautiche dal Portogallo. Decidiamo quindi di allungare il volo, dividendolo in due tappe atlantiche di 500 miglia ciascuna.
Porto Santo è una piccola isola accanto a quella ben più conosciuta di Madeira. In passato abbiamo avuto l’opportunità di visitarle entrambi (vedi tappa del Fly-Out Capo Verde 2007). Per uno scalo tecnico si presta sicuramente meglio la più piccola delle due, meno turistica, meno trafficata e senza slots, quasi deserta. Il volo si svolge nello spazio aereo di Lisbona lungo aerovie dirette tra il VOR di Faro e quello di Porto Santo. Non essendo equipaggiati di radio HF perdiamo il contatto con i controllori per buona parte della tappa. Li ritroveremo ad un centinaio di miglia dall’isola, che ci accoglie in una bella giornata di sole.



Verso l’estremità sud-occidentale del Portogallo



Sagres, l’ultimo lembo di terra prima di affrontare l’attraversata



La tappa in un’immagine. Si noti il vento nell’angolo in basso a destra dello schermo



Pochi altocumuli in rotta



Approach briefing



Ecco l’isola di Porto Santo






Il piazzale desolatamente vuoto durante la sosta


Il tempo di rifornire e di controllare nuovamente la meteo prima di involarci per le Azzorre: il tempo là non è bello. Santa Maria annuncia broken a 300’ con possibilità di nebbia e visibilità quasi nulla. A Lajes, sull’isola di Terceira, il tempo è migliore. È una base militare però, e nonostante gli intensi scambi di mails dei giorni precedenti non abbiamo ancora ottenuto il permesso di atterrarvi. A Ponta Delgada sull’isola di Sao Miguel c’è un po’ di sole alternato ad acquazzoni e la visibilità è buona. Il vento però soffia rafficato a 25 nodi al pieno traverso della pista. Cominciamo a pensare che le Azzorre proprio non ci vogliano. Uno sguardo ai TAF per il giorno seguente ci indica che la situazione non migliorerà, anzi. Riteniamo che il vento sia meglio della nebbia e partiamo allora alla volta di Ponta Delgada.



In pieno oceano Atlantico non esistono aerovie predefinite. Gli equipaggi decidono la rotta e la quota più vantaggiose sperando che i controllori del traffico le accettino senza modifiche. È la cosiddetta “Oceanic Clearance” che ci viene dettata in volo non da Santa Maria Radio, in quanto sprovvisti di radio HF, bensì da Lisbona Radar e senza la quale non si può “entrare in oceano”. Mancano ovviamente i punti di aerovia e si fa quindi riferimento alle coordinate geografiche. Il GPS si occupa del resto. Il solito vento contrario riduce la nostra velocità al suolo a poco meno di 150 nodi. Poco male. Dopo tre ore e quindici minuti di volo sorvoliamo Santa Maria avvolta dalle nubi e scendiamo verso Ponta Delgada. Al termine dell’ILS effettuiamo il circle to land in aria turbolenta. Il touch-down è preciso, il roll-out con vento impetuoso da sinistra un po’ meno…. Siamo soddisfatti, la meta è raggiunta.

 


Avvicinamento sull’isola si Sao Miguel



In sottovento durante il circle-to-land



Le Azzorre sono raggiunte, ma bisogna ancora atterrare!

 


I generosi chokes indicano che il vento qui è di casa

 

 

Video Azzorre - 1a parte
(link alla pagina completa)

 
 

 

Lunedì 27 luglio
Ponta Delgada-Horta (Isola di Faial)


Ponta Delgada è la maggiore cittadina delle Azzorre e l’isola che la ospita, Sao Miguel conta 130'000 abitanti, la più popolosa dell’arcipelago. Dedichiamo la serata e la giornata successiva alla visita dell’isola. Il turismo rappresenta attualmente l’attività commerciale più importante delle Azzorre. Non è un turismo da spiaggia però. Il clima, anche se mite tutto l’anno, è caratterizzato da repentini cambiamenti, frequenti e abbondanti precipitazioni e venti battenti. Ricorda piuttosto le vacanze estive nelle nostre montagne. Le isole di origine vulcanica offrono poche spiaggie non attrezzate ai visitatori. Il mare, temperato, nasconde le insidie dell’oceano. Vi sono alcuni alberghi di buona qualità. I turisti, ben attrezzati per il tracking, si spostano frequentemente tra le isole. La compagnia interna SATA offre collegamenti interni tra le isole minori, quelle maggiori sono raggiungibili direttamente dal Continente.



Drive-in sull’isola delle Azalee




Azzorre o Simmental?



Lago nel cratere di un vulcano inattivo



Quiete totale. Nessun turista.

 


Azzorre o laghetto alpino?


L’oceano Atlantico sempre minaccioso


 

Nel pomeriggio, terminata la visita di Sao Miguel, ci trasferiamo al Giovanni Paolo II, il moderno aeroporto dell’isola. Il personale di handling è assai cortese, le tasse modeste, mai più di 15-20 euro per scalo. Decolliamo per un breve volo serale verso Horta, il capoluogo dell’isola di Faial. Il tempo è bello, incontriamo il consueto forte vento occidentale. La pista, a ridosso di un promontorio, è fortunatamente protetta.



Basterà per rifornire il nostro Silver Eagle?



Il controllo di un’eventuale contaminazione del Kerosene con acqua



Il punto di riferimento dell’isola di Pico è l’omonimo vulcano, con i suoi 2400m la vetta dell’arcipelago



Sfiliamo davanti a Pico durante l’avvicinamento alla vicina Faial



Sorvoliamo Horta, il capoluogo dell’isola di Faial



Atterraggio sui PAPI in serata

 

 

Video Azzorre - 2a parte
(link alla pagina completa)

 

 

Martedì e mercoledì 28-29 luglio
Horta, Isola di Faial


Faial è l’isola dei velisti e dei balenieri. Il porto ospita numerose imbarcazioni in transito durante l’attraversata atlantica. Gli skippers si incontrano al Peter Cafe Sport, un ritrovo sulla darsena divenuto tradizione. Prima dell’avvento del turismo, la caccia alle balene rappresentava uno dei maggiori commerci locali. Proibita la caccia nel 1975, il know-how dei cacciatori non è andato perso bensì rivalorizzato nel whale-watching, l’avvistamento delle balene a scopo turistico. Ovviamente il copodoglio e i delfini non si mostrano su comanda ma solo quando lo desiderano loro ed è così che la prima giornata su Faial ci va buca. Il pomeriggio improvvisiamo un’uscita ciclistica deliziata dai vivaci saliscendi delle strade locali e dai venti oceanici. Il giorno successivo usciamo in catamarano alla ricerca dei cetacei mettendo a dura prova il nostro sistema vestibolare. Poi il tempo peggiora, inizia a piovere abbondantemente e rimandiamo la partenza per Flores al giorno successivo.







I turisti ben equipaggiati non temono i frequenti rovesci



Nubi lenticolari avvolgono il Pico e testimoniano il vento in quota











In spiaggia al tramonto





Gli spiedoni di mare da Peter nel suo Cafe Sport



Nella hall dell’albergo un modellino ricorda i primi voli di linea che passavano di qua





Gli Azzorrani: prima balenieri poi ecologisti

 


I primi “whale watchers” indirizzavano i balenieri




Le autoclavi per produrre il famoso olio di balena


In questo cortile la balena veniva squartata e quindi lavorata in fabbrica. Era la principale attività commerciale dell’isola. Terminò nel 1974. Da allora più di 150'000 Azzorrani sono emigrati nel New England e in Canada.

 

Giovedì 30 luglio
Horta-Santa Cruz (Isola di Flores)


Al mattino il tempo promette bene e prima di mezzogiorno atterriamo su Flores, l’isola più a ovest dell’arcipelago. Il cielo si oscura repentinamente e abbiamo appena il tempo di rifugiarci in una trattoria per il pranzo prima dell’arrivo di un acquazzone. Il cielo plumbeo, i venti tesi e le nubi basse sono poco invitanti per una visita turistica. Veloce briefing al ristorante con l’IPhone: Santa Maria dopo giorni di pioggia annuncia bel tempo. Decidiamo così di spostarci immediatamente.




In finale a Santa Cruz das Flores



Le piscine naturali





Un’immagine embematica delle Azzorre: nubi, acqua e vento

 

Santa Cruz-Vila do Porto (isola di Santa Maria)


Raggiunto l’estremo ovest del viaggio mettiamo prua ad oriente ed i venti finalmente ci spingono. In un paio d’ore sorvoliamo tutto l’arcipelago e siamo in avvicinamento a Santa Maria. Con 10'000 piedi di lunghezza è la pista più lunga delle Azzorre. Qualcuno si domanderà a cosa serva una pista del genere per i pochi turisti che vi approdano. Il tutto va inserito in un contesto storico e operativo. Santa Maria è l’isola più orientale, la più vicina al Continente europeo e quella più usata come scalo tecnico quando per andare in America ci volevano due tappe. Era una sfida con i grossi idrovolanti quadrimotori che invece ammarravano nella baia di Horta. Poi tutto finì; o non proprio. Santa Maria deve la sua sopravvivenza agli aeroplani di linea bimotori che battono le rotte atlantiche. Le norme internazionali ICAO (ETOPS) prevedono infatti che i liners con meno di tre motori abbiano a disposizione uno scalo di emergenza in caso di piantata di motore: in mezzo all’oceano in genere si cerca un’isola e questa è la fortuna delle Azzorre.



Il solito vento perpendicolare alla pista


 

 

Video Azzorre - 3a parte
(link alla pagina completa)

 

Nel frattempo siamo atterrati. L’enorme spianata del tarmac è desolatamente deserta. L’erba cresce abbondante attraverso le frequenti fessure dell’asfalto. La vecchia torre di controllo in legno, ora fatiscente, è testimone di glorie passate. Riforniamo i cinque serbatoi del nostro Silver Eagle e consegnamo il piano di volo per il giorno seguente, la meta Santander in Galizia. Si tratta di una tappa unica di quasi 2000 km, la più lunga che ci siamo mai trovati a dover affrontare con il nostro turboprop. Il vento, che soffia da ovest ad oltre 30 nodi, ci darà una mano e calcoliamo di raggiungere la destinazione in 5 ore. Ma domani è un altro giorno e in pochi minuti raggiungiamo l’albergo dove approfittiamo di un caldo sole pomeridiano.



Archeologia aeroportuale degli anni ‘50



Chilometri quadrati di asfalto deserto


 

 

Venerdì 31 luglio
Santa Maria-Santander-Locarno


Alle sette del mattino siamo in aeroporto. La giornata sarà lunga e perderemo due ore di fuso orario viaggiando verso est. Alle 07.30 precise riceviamo la clearance oceanica, come da noi richiesta, che ci porterà lungo una rotta lossodromica a sorvolare il VOR di Santiago. Saliamo a livello 210, corrispondente oggi ad una density di FL230, il miglior compromesso tra prestazioni, consumi e vento. Il fido air data computer ci segnala durante la salita l’intensità del vento in cresendo. Oltre livello 180 però si stabilizza tra i 30 e i 45 nodi e così ci accompagnerà fino in Spagna. Verso nord, alla nostra sinistra, scorgiamo una vasta area perturbata che sale fino a FL230 e riportata sulle SWC. Perdiamo, come ormai d’abitudine, il contatto radio per un paio d’ore fino a quando la piccola "R" sul transponder comincia a lampeggiare e Lisbona ci chiama per l’identificazione. Ancora un’ora e sorvoliamo le coste portoghesi, poco dopo incrociamo le Asturie in discesa sulla Galizia. Il controllore ci mette in holding a FL90 e fa scivolare sotto di noi un Embraer della Iberia più veloce in avvicinamento. Procedura VOR DME e atterraggio dopo 5 ore e 6 minuti di volo con una riserva per un’altra ora e mezza di volo: non male questo Silver Eagle.







Il piano di volo deborda dalla schermata a fondo scala del Garmin 430 (1000nm). Si notino il vento (finalmente) a favore e la modalità di navigazione “OCN” cioè oceanica. Il punto di navigazione 39N20 sta per 39 gradi di latitudine nord e 20 gradi di longitudine ovest. Lasciata Santa Maria Radio un’ora dopo il decollo, non avremo più contatto - né radio né radar - con Lisbona fino a Ripel.



Sorvoliamo le Asturie



Le meravigliose spiaggie della Galizia



Finale a Santander

 

Santander-Locarno


Sbrighiamo velocemente le formalità aeroportuali (16 Euro) e con un panino in tasca decolliamo per Locarno che raggiungiamo via Tarbes-Mende-La Tour Du Pin-Bersu alle 19:30 di una bella serata estiva.




Costa Smeralda? No, Paesi Baschi



San Sebastian, già meta di un Fly-Out precedente (vedi qui)

 


Biarritz e il golfo di Guascogna




In discesa verso casa

 

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