Fly-Out Fuerteventura 2015

 

Caldo o freddo? Sole o buio? Sono le domande che ci siamo posti ad inizio dicembre quando si trattava di decidere la meta del Fly-Out d’inverno. L’obbiettivo nel 2014 del medesimo Fly-Out era quello di assistere al fenomeno dell’aurora boreale. La persistente copertura nuvolosa durante tutta la nostra permanenza in Scandinavia aveva però vanificato il tentativo. Si ripresentava dunque l’occasione, un anno più tardi, di ripetere l’uscita. Una attenta osservazione metereologica in Finlandia nelle settimane precedenti l’ipotetico volo ci hanno però dissuaso dal ripetere l’avventura. In questo periodo dell’anno la probabilità di avere cieli sereni è assai scarsa mentre alla fine dell’inverno questa probabilità aumenta assai.

E così, non certo a malincuore, il freddo ed il buio lappone lasciano il posto al sole e al caldo dei tropici. Decidiamo infatti di mettere la prua a sud e dirigerci verso le Isole Canarie. “Ancora?!” esclameranno i nostri fedeli seguaci del web dopo averci più volte seguito durante i nostri voli verso le isole spagnole. Ebbene si, un’altra volta e non sarà nemmeno l’ultima. Infatti numerose sono le isole e altre ne restano da esplorare. Questa volta tocca a Fuerteventura.

 

 

I preparativi del volo sono oramai noti. Una telefonata alla Jeppesen per farci sbloccare il database relativo al Nord Africa e quindi aggiornare sull’Ipad l’applicazione JeppFD con le nuove cartine. Quindi pianificazione del viaggio, in particolare con la scelta della sosta notturna durante l’andata ed il ritorno. Le 1500 miglia nautiche che separano Lugano da Fuerteventura sarebbero infatti percorribili durante un’unica giornata con arrivo in tarda serata. Ma poiché volare di notte sull’oceano con un monomotore richiede prudenza e soprattutto voliamo per divertimento, ci gustiamo le ore trascorse a bordo del Silver Eagle un po’ per giorno e un po’ per pilota.

Quindi prenotazione dell’albergo con Tripadvisor ed infine preparazione delle valigie.

 

4 dicembre 2015

Lugano - Gerona (LSZA - LEGE)

Dividiamo il tragitto per Jerez de la Frontera in due tappe con scalo tecnico a Sabadell. La TAF del mattino indica nebbia a Sabadell che si solleverà prima del nostro arrivo previsto per le 11:00 locali. Ma come spesso succede le previsioni spesso errano. Il tempo è bello e l’aria tranquilla. Sul Golfo del Leone iniziamo a monitorare l’Atis di ElPrat, l’aeroporto di Barcellona. La visibilità riportata è buona e quindi siamo speranzosi anche per Sabadell. Una volta in contatto con l’avvicinamento richiediamo l’ultimo rapporto meteo della nostra meta. Sorpresa: la nebbia non si è ancora diradata ma la visibilità di 2 km permette comunque uno special VFR. Lasciamo quindi la nostra quota di crociera, veniamo passati di frequenza in frequenza ed infine a 4000’ di quota e a poche miglia dal campo veniamo congedati dal radar per la torre. Alla nostra prima chiamata fa seguito un momento di pausa e quindi la voce decisa del controllore che ci annuncia che l’aeroporto è chiuso per nebbia. Inutile replicare. Ritorniamo sul radar e annunciamo la nostra intenzione di procedere verso il nostro alternato Gerona, 40 miglia a nord-est di Sabadell e che avevamo sorvolato 15 minuti prima. Poiché avevamo appena cancellato il piano IFR per procedere fino a Sabadell ecco che ci ritroviamo in VFR in direzione di Gerona. Ascoltiamo velocemente l’Atis che riporta nebbia e condizioni IMC. Quindi nuovo joining IFR, salita a 8000’ per qualche minuto e quindi procedura standard con sorvolo del VOR sul campo e ILS Z per pista 20.

 

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Temperatura bassa e QNH alto: gli ingredienti per una salita grintosa ……..

 

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…. e per un nebbione sulla Pianura Padana

 

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attraversiamo gli Appennini nell’entroterra di Alassio

 

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al largo la Corsica

 

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in avvicinamento a Sabadell: chiuso per nebbia!

 

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dirottiamo su Gerona

 

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in corto finale

 

Siamo soli sul gigantesco Apron. Il pullmino dell’handling non si fa aspettare e dopo pochi minuti abbiamo rifornito. Ci prendiamo qualche minuto di pausa per le funzioni fisiologiche e per bere un caffè. E poi via alla volta di Jerez.

 

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Nel frattempo la nebbia si è alzata

 

Gerona-Jerez de la Frontera (LEJR)

Quando si pianifica il volo per le Canarie vi sono essenzialmente due rotte atlantiche. La prima più a ovest passa dall’estremo sud-ovest del Portogallo, passa dalle isole di Porto Santo e Madeira per dirigersi verso il gruppo occidentale delle isole Canarie. La seconda passa su Gibilterra e Marocco per affrontare un breve braccio di mare a sud di Agadir. È la rotta scelta se ci si dirige verso le Canarie occidentali di cui fa parte Furteventura, la nostra meta. Ovviamente la forza e la direzione del vento sono parte integrante ed essenziale della pianificazione. Essendo anche Eolo dalla nostra parte sceglieremo la seconda rotta. E quindi il night stop sarà da prevedere già in Andalusia e non oltre in Portogallo.

I possibili aeroporti non sono moltissimi e la maggior parte già visitata durante precedenti flyout. Ricordo alcuni quali Malaga, Siviglia, Granada. Anche Gibilterra, da noi visitata nel lontano 2004, si presterebbe ottimamente ma i voli da e per la Spagna sono proibiti dalla ex colonia Inglese. La scelta cade su Jerez de la Frontera una cittadina nell’entroterra di Cadice conosciuta più per il suo circuito automobilistico che per i suoi pregi architettonici, culturali o geografici.

Il volo si svolge tranquillo ma con un fastidioso vento contrario impiegheremo quasi tre ore per arrivare a destinazione. La temperatura è molto mite in Andalusia anche nel mese di dicembre. L’atmosfera è festosa in prossimità delle festività natalizie.

 

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Valencia

 

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la campagna andalusa

 

 

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temperature miti ad inizio dicembre

 

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tutti per noi ….. noi per tutti loro (paghiamo)

 

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potevamo portare qualcuno con noi

 

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a spasso per Jerez de la Frontera

 

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5 dicembre 2015

Jerez de la Frontera - Fuerteventura (LEJR - GCFV)

C’è sempre un po’ di emozione quando ci si prepara per un volo atlantico. I serbatoi sono riempiti fino all’ultimo litro, i check esterni sono particolarmente accurati, la colazione abbondante, i venti controllati e ricontrollati. In realtà è un volo come un altro. 700 miglia percorse in buona parte sulla terra ferma, con vento a favore e con diversi buoni aeroporti alternati a destinazione sulle altre isole. Saliamo a FL210 sorvoliamo la rocca di Gibilterra, poi Tangeri, Rabat, Casablanca ed infine Agadir, la capitale e sede del regno. Poi 250 miglia di mare aperto prima di scendere su Fuerteventura. Il cielo è coperto da cirrostrati che oscurano il sole. Il vento è forte da nord e voliamo un arco DME per un avvicinamento per pista 01. Usiamo meno di 400 metri della pista che ne conta 3500. È sabato alla una del pomeriggio. Il traffico di liner è intensissimo. Un movimento ogni minuto. Difficile credere che ci troviamo su un’isola in pieno Atlantico. Sicuramente le Canarie stanno vivendo un nuovo boom turistico di riflesso alle magre del Mar Rosso stralciato dai dépliant delle agenzie dopo gli atti terroristici islamici.

 

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speriamo che il 13 sia di buon auspicio

 

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in salita sopra Cadice

 

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Tangeri

 

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la catena dell’Atlantide

 

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la capitale del Marocco Rabat

 

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Gianmaria is Pilot Flying

 

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al traverso di Lanzarote

 

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Fuerteventura e la piccola isola di Lobos

 

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in finale a Fuerteventura, pista 01 a El Matorral

 

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numerosissimi i liner

 

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e ancora una volta tutti per noi ….. e noi per tutti loro

 

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presepe in acquario con cammelli anfibi e magi subacquei

 

Ma godiamoci adesso il soggiorno. Noleggiamo una Fiat 500 con la quale ci dirigiamo verso nord a Corallejo.

Con una superficie di 1.659 km² Fuerteventura è la seconda isola delle Canarie per dimensioni dopo Tenerife (che ha 2.034,38 km²)[1] e la più vicina alle coste africane da cui dista 97 km. Assieme a Lanzarote è l'isola più arida delle Canarie. È poco popolata e le principali attività praticate sono l'agricoltura (frutta, ortaggi), la pesca e il turismo. Fuerteventura, dal punto di vista geologico, è ritenuta la più vecchia delle Canarie. La sua strana forma venne creata da una serie di eruzioni vulcaniche molte migliaia di anni fa. Il primo hotel per turisti venne costruito nel 1965, seguito dalla costruzione dell'aeroporto di ElMatorral, che sancì la nascita di una nuova era per l'isola. Fuerteventura, infatti, con le sue 3.000 ore di sole all'anno, divenne rapidamente una delle principali destinazioni turistiche europee. L'isola è situata alla stessa latitudine della Florida e del Messico e la temperatura di rado scende sotto i 18 °C e sale sopra i 24 °C. Ci sono più di 152 spiagge lungo la costa: 50 chilometri di sabbia fine e bianca e 25 di ghiaino vulcanico. Gli alisei estivi e le onde di marea invernali dell'Atlantico fanno dell'isola, per tutto l'anno, un paradiso dei surfisti. Velisti, subacquei e pescatori d'altura sono attratti dalle limpide acque dell'Atlantico, dove è facile imbattersi in balene, delfini, pesci spada e tartarughe. Gran parte dell'interno, con le sue ampie pianure e i rilievi vulcanici, consiste di aree protette, che possono essere esplorate in fuoristrada.

Trascorriamo la giornata di domenica con una ricognizione dell’isola.

 

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le dune del parco nazionale del Corralejo

 

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la spiaggia

 

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il parco è attraversato dalla strada principale che porta a Corralejo

 

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dal balcone della stanza

 

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l’isola di Lobos in primo piano, dietro Lanzarote

 

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inconfondibile l’origine vulcanica dell’isola

 

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la vetta dell’isola: il mirador di Morro Velosa

 

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attraversiamo il parco rurale di Betancuria

 

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la spiaggia di Ajuy sulla costa occidentale

 

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c’è chi surfa …

 

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e chi si diverte con poco

 

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sulla via del ritorno

 

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Lunedì 7 dicembre 2015

Fuerteventura - Cascais (GCFV - LPCS)

Partiamo di buonora dall’albergo per percorre la quarantina di chilometri che ci separano dall’aeroporto a sud di Puerto del Carmen. La hostess della società di handling è molto efficiente e in pochi minuti restituiamo l’auto, ci rifocilliamo e siamo pronti per una nuova trasvolata atlantica. Scegliamo la rotta in mare aperto, quella che passa per Madeira per intenderci, poiché il vento soffia forte da sud-ovest. Impiegheremo così solo 3 ore e mezzo per coprire le oltre 800 miglia che ci separano dal Portogallo.

 

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ultime istantanee durante il decollo: la spiaggia di Corralejo

 

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Lanzarote: forse la prossima meta?

 

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dopo un ora di volo all’improvviso il radar mostra un ritorno importante con massima riflettività a 180 miglia di distanza e 30° a sinistra della nostra rotta: un CB in pieno oceano e con il bel tempo?

 

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la scansione verticale conferma l’eco ma lo rappresenta a terra …..

 

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in effetti si tratta dell’isola di Madeira (LPMA) e Porto Santo (LPPS) ….

 

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sconfessiamo la legge di Murphy. Abbiamo avuto vento a favore sia all’andata che al ritorno. 40 nodi a favore mentre voliamo verso il Portogallo

 

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siamo in discesa verso Lisbona. Abbiamo sempre incontrato il brutto in questa zona. Probabilmente l’aria umida dell’oceano condensa sul continente.

 

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siamo sotto e vediamo terra dopo oltre tre ore di volo: il promontorio di Espichel

 

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in sottovento a Cascais

 

Cascais è l’aeroporto turistico di Lisbona ed è sede di numerose scuole di volo. È munito di un avvicinamento di non precisione con minime piuttosto elevate. Le coste atlantiche del Portogallo sono investite da frequenti perturbazioni con abbondanti precipitazioni e cieli bassi. E la meteo oggi non fa eccezione con tempo coperto e qualche goccia di pioggia.

In serata visitiamo il vivace centro di Lisbona e programmiamo le tappe di rientro.

 

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la scuola di volo di Cascais

 

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a passeggio per Lisbona

 

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la Praça do Comércio

 

Martedì 8 dicembre 2015

Cascais - Tarbes (LPCS - LFBT)

È un giorno di festa anche in Portogallo. Il taxi ci porta veloci fuori dalla città che ancora dorme. Peccato che l’autista sbaglia strada e ci troviamo a scorrazzare per le campagne. Grazie alle mappe del nostro Iphone ritroviamo la giusta via. Avevamo già rifornito l’aereo il giorno precedente per cui in pochi minuti siamo in aria. La tappa ci porta a Tarbes-Lourdes dove non siamo mai stati. Attraversiamo tutta la Spagna da sud-ovest a nord-est passando su Zamorae San Sebastian per affrontare i Pireni e tuffarci su Tarbes. Il tempo è peggio del previsto. Tutta la Spagna del nord è attraversata da un fronte freddo che secondo le significant chart dovrebbe salire fino a livello 200. Lo dobbiamo forzatamente percorrere parallelamente durante l’ultima ora di volo. Non vi sono precipitazioni sul radar ma l’accumulo di ghiaccio è fastidioso. Ci spingiamo quindi fino a FL240 per riuscire finalmente ad averne la meglio. Attraversiamo numerosi strati durante la lunga discesa incontrando neve, ghiaccio e acqua. Passando gli 8000’ sbuchiamo da sotto le nuvole in una pioggerella insistente proprio intorno agli zero gradi. E la temperatura rimane intorno allo zero termico nonostante continuiamo a scendere. All’improvviso veniamo proiettati in avanti contro le cinture che ci trattengono, come se avessimo tirato una violenta frenata in auto: pochi istanti per capire che la turbina si è spenta senza alcun preavviso. L’aereo picchia violentemente ed è necessario disinserire immediatamente l’autopilota. D’istinto sollevo l’interruttore che comanda l’accensione della candeletta in posizione “on”. Sono trascorsi forse 3-4 secondi e la turbina torna ad erogare potenza. I parametri del motore sono tutti normali. Non c’è tempo per valutare l’accaduto. Stiamo ormai intercettando l’ILS che ci porta a terra. Un po’ scossi per quanto successo imputiamo il flame-out ad una ingestione da parte del compressore di un blocco di ghiaccio staccatosi dal mozzo dell’elica durante la transizione a temperature sopra lo zero. La pronta attivazione dell’accensione con il compressore ancora in rotazione ha permesso l’immediato riavviamento della turbina, in analogia ad una auto-reignition. I miracoli della Madonna.

 

 

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a FL240 sui Pirenei. La cabina è a 12'000, più che confortevoli. La temperatura è ISA +4°

 

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finale a Tarbes

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è un cimitero di vecchie glorie

 

L’aeroporto è semideserto. Il computer di fatturazione non funziona. Alla fine paghiamo in contanti una fattura compilata a matita e decolliamo per casa. Attraversiamo le Alpi all’imbrunire, accanto al Gran Paradiso. Che gran spettacolo. Poi ci tuffiamo nella notte della Pianura Padana per raggiungere il nostro amato Ticino. Quante emozioni in pochi giorni.

 

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crepuscolo sul Monviso

 

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ci godiamo l’ultima mezzora di volo notturno

 

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e ci prepariamo all’avvicinamento.

 

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finale 19 a Lugano. Non c’è più colonna in austostrada.

 

 

 

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